The 5 settembre inaugurerà il quarto lavoro di OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO, il progetto site specific di Alessandro Bulgini con la curatela di Christian Caliandro promosso da FLASHBACK – L’arte è tutta contemporanea.
Il quarto artista ospitato nella rotatoria di piazza Bottesini a Torino, sul cartellone pubblicitario di 6 metri per 3 metri è Saul Melman, un artista già molto noto soprattutto negli Stati Uniti, where he lives and works. Grazie a Saul l’enorme spazio pubblicitario diventa una finestra che affaccia su un altro mondo, che sfonda prospettive, che unisce orizzonti e frontiere. L’opera è in origine un collage fotografico di vestiti e indumenti appesi a un filo della stendibiancheria, come simboli e metafore delle diverse identità e provenienze; l’artista sceglie di riflettere sulle differenze e le commistioni culturali partendo dagli elementi più intimi, frammenti quotidiani di esistenza. Il curatore, Christian Caliandro, sottolinea così la “relativa” semplicità di Melman: “Questi avambracci metafisici (grigi, Yellow, rossi) fanno scorrere la corda su una carrucola industriale; i calzini colorati svolazzano alle folate di vento, e il paio estremo è sfondato, bruciacchiato, sbrindellato, consunto. Ironia e inquietudine si mescolano in modo sapiente nel lavoro di questo artista, che è stato descritto come ‘una sorta di disordine mentale produttivo’ (a kind of productive mental disorder). Il caso e il caos giocano un ruolo importante in questa sperimentazione, che procede per balzi e tentativi generosi”.
Il filo teso di uno stendibiancheria arriva così dall’altra parte dell’Atlantico e si ambienta subito in Barriera di Milano: è una vista quasi scontata e quotidiana in un quartiere che più di ogni altro a Torino è testimone di un’intricata storia di immigrazioni e industria e con una popolazione particolarmente eterogenea e portatrice di grandi differenze culturali.
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