Un incontro nel segno di Wagner con “Tristan und Isolde” che ha inaugurato la stagione lirica del Teatro La Fenice di Venezia. Che rapporto ha con il mondo della musica? Quali le sue preferenze?
Il mio approccio alla musica d’arte è stato “filtrato” per il tramite di mio marito. Direi che sono stata in un certo senso contagiata perché lui è un vero entusiasta ed un autentico conoscitore. Ha studiato pianoforte, violino, clarinetto ed è, accanto al jazz, un esperto della musica di Bach e, per l’appunto, di Wagner. Ho imparato moltissimo dalla sua cultura e competenza musicale e lo seguo con sincero piacere. It’ talmente appassionato quando ti parla di musica, che non puoi non vivere appieno il suo slancio: entrare nel mondo dei suoni è un po’ come entrare in un labirinto senza fine; la musica tra le forme d’arte è quella più immateriale che sento tendere maggiormente al trascendente. Mi ricordo sempre di quel pensiero di Leonard Bernstein il quale affermava che ” in principio era la nota e la nota era con Dio. Chiunque sia riuscito ad afferrarla si è proteso verso il cielo. E poi l’ha portata sulla terra. Per farla sentire alle nostre orecchie terrene. It’ costui il compositore che mantiene in sé qualcosa di divino.” Ho la fortuna di vivere la musica anche attraverso l’esperienza del Coro del Friuli Venezia Giulia, il FVG, che seguo da molto vicino. Rimango esterrefatta al pensiero che un coro di non professionisti, sia così fortemente unito da un senso comune, da una condivisione di una passione: sono ragazzi che hanno un lavoro, una famiglia, ma per la musica sono in grado di fare mille rinunce, sempre puntando alla qualità massima. E’ un vero orgoglio, un inno alla qualità, alla cultura e alla socialità nel senso più autentico del termine. Attraverso la magia del Coro del FVG vivo a stretto contatto con le pagine del mio ideale repertorio, quando non viaggio, da Vienna a Bayreuth sulle tracce della musica di Mozart e Wagner.
Tutti guardiamo con ammirazione e nostalgia le annunciatrici che con la loro presenza discreta ed elegante si sono ‘aggiudicate’ un posto di riguardo nella storia della televisione italiana. Alla frase di apertura del programma serale così semplice ed elegante “ Signore e signori, buonasera…” cosa le viene subito in mente ?
Un pezzo di vita bellissimo! Bellissimo, veramente! Questo amore del pubblico travalicava il video. Anche al di la delle telecamere sentivo quello che c’era nelle case. Percepivo chiaramente che vi era un rapporto di fiducia, di familiarità con i telespettatori. Imparavo tutto a memoria perché cercavo di “raccontare” i programmi in maniera che le persone non si distraessero: una annunciatrice non dice filastrocche. Cercavo di spiegare addirittura le situazioni, i contesti, approntando una sorta di estemporaneo “riassunto delle puntate precedenti “. Ricordo esattamente che quando diventai annunciatrice nel 1974 la prima cosa che ci dissero fu: “ricordatevi che entrando nelle case dei telespettatori voi non potete sapere cosa trovate, non siate mai esagerate dovete sempre essere con il senso della misura”. Importantissimo il concetto della misura. Lato sensu. Superare la misura è l’errore umano, quello che nella cultura greca classica si definiva “hýbris”, la tracotanza, l’andare oltre è peccato di presunzione. Ho sempre capito che dovevo parlare, propormi in un modo che non desse fastidio alle mogli, ai mariti, ai bambini, così come se c’era qualcuno che non stava bene, non doveva essere aggredito dalle notizie. Cercare di avere un rispetto delle persone che si trovavano oltre il video era un imperativo categorico, una forma mentis. Esattamente come si fa quando si entra in punta di piedi in una casa, per educazione. Questa ‘filosofia’ ha portato grandi risultati, anche in termini digradimento personale. In 1980 da un sondaggio risultavo la ‘più amata’ della RAI. Ed ancora con una classifica lanciata da Mike Bongiorno sulle reti ‘avversarie’ Mediaset, tra annunciatrici RAI e di Canale 5, ancora risultavo la prima in lista. Una conferma dalla trasmissione di Pippo Baudo dedicata ai primi cinquant’anni della RAI: nella top ten dei personaggi più graditi, a frutto dei sondaggi DOXA, ABACUS campeggiava il mio nome! Quando mi dicono “ ma non ti danno fastidio che le persone ti fermino anche per strada?” Io rispondo “No, è una cosa bellissima!”.
A quale programma si affezionò in modo particolare ? E perché.
All’inizio della mia esperienza professionale mi hanno dato la possibilità di condurre un programma per i bambini. Pensa che i quarantenni mi fermano ancora oggi dicendomi “ Ho ritrovato Azzurrina!”. Facevo questa trasmissione che si chiamava Il Dirigibile, di Romolo Siena. La trasmissione si svolgeva volando realmente a bordo di un dirigibile! Questo è il programma che mi è rimasto nel cuore. Ma ho un ricordo molto caro anche di Sereno variabile! Ho girato mezzo mondo, viaggi che mi hanno dato la possibilità di incontrare personaggi incredibili e di visitare terre lontane. Mi piace moltissimo viaggiare, allora non era tutto a portata di mano (e di occhio) con un click sulla rete; è per questo che non posso dimenticare questa esperienza umanamente e culturalmente preziosa.
Lei conosce molti personaggi del mondo spettacolo. Chi ricorda con particolare piacere? E perché?
Definitely, Mike Bongiorno. Non posso dimenticare Canta VIP, una trasmissione canora alla quale furono invitati una serie di personaggi che normalmente non…”cantavano”: Gina Lollobrigida, Alberto Sordi, Monica Vitti, Nino Manfredi e poi me! Ricordo ancora la presentazione di Mike prima del mio ingresso: “ abbiamo avuto il permesso dalla Rai di avere qui con noi Maria Giovanna Elmi..”. Lui usava le parole migliori per valorizzare il suo ospite. Mi ha detto delle cose così belle, carine, è stato unico. Una persona a suo modo affettuosissima ed il grande professionista che noi tutti ancora apprezziamo.
A proposito di personaggi ‘famosi’ ricordo particolarmente alcuni incontri. Ho scoperto che i veri VIP di una volta erano molto più semplici di tanti che oggi fanno bella mostra di sé sulle copertine delle riviste e magari non ti ricordi neanche chi siano! Persone straordinarie e sempre generosamente disponibili, persino con me che non ero un personaggio internazionale, quanto, ma piuttosto…. nazionalpopolare!
Ho avuto modo di conoscere personaggi famosissimi, come Audrey Hepburn and Tony Curtis.
Ti racconto. Audrey Hepburn era in un ristorante, io ero a Roma nello stesso ristorante con tante persone del cinema, della televisione. Ci alziamo dopo aver terminato la cena, e vediamo Audrey Hepburn! Da sola seduta ad un tavolo e tutti noi a dire “ pensa Audrey Hepburn!” E quando stiamo uscendo ad un certo punto vedo che lei fa un cenno con la mano, mi sembrava che indicasse me, mi sono voltata e mi son detta “ con chi ce l’ha? E’ impossibile che chiami me” e invece arriva il cameriere mi dice “ potrebbe venire Signora Elmi?” io l’ho seguito, puoi immaginare tutti gli altri con gli occhi di fuori, tutti fermi! Vado da lei e le dico “ ma veramente voleva me?” e lei “ Sa mio figlio Luca, guarda sempre la sua trasmissione e la segue con grande affetto. Se gli porto un suo autografo lo farò felice” Io ho firmato l’autografo alla Hepburn per il figlio Luca! Son quelle cose che mentre accadono tu pensi non sia possibile. Yet: Tony Curtis. Noi eravamo andati in Sicilia per Sereno Variabile, per registrare una puntata. Siccome in quel periodo c’era il Festival del Cinema, naturalmente tutti gli alberghi traboccavano di Divi dello schermo. Una sera eravamo tutti ad una cena, e ad un certo punto Tony Curtis attacca discorso e si mette a parlare con noi del nuoto e ci domanda se sapessimo che in albergo fosse presente Esther Williams, la grande nuotatrice. Considera che io sono più delfino che persona ed ho pensato a quanto sarebbe stato emozionate nuotare con lei! Mr Curtis mi ricorda che nel nostro albergo c’è una bellissima piscina e subito mi invita per un incontro acquatico l’indomani mattina. Naturally, allora non c’erano i cellulari e in tutta franchezza non ci lasciammo recapiti o riferimenti personali. Sapevamo che ci saremmo trovati la mattina dopo in piscina. Se non che, mentre mi stavo preparando a scendere, il giorno dopo per questa ‘estemporanea, fui fermata da alcuni colleghi della troupe che mi comunicarono la possibilità esclusiva di avere la Jacqueline Bisset ospite per la trasmissione. Chiaramente la priorità professionale prevalse e non mi recai all’appuntamento. Senza farmi, indeed, troppi problemi. La sera stessa si teneva il gran gala del del cinema, cui partecipai con tutta la troupe della trasmissione. Ad un certo punto chi vedo aggirarsi tra i tavoli? Tony Curtis con scritto il mio nome sul palmo della sua mano! Mi stava cercando! Per dire quando spesso nel Divo conviva la persona semplice e schietta. Mi viene ora in mente sempre con Sereno Variabile l’ incontro con Sylvester Stallone. L’appuntamento era nel Deserto di Israele, vicino a Tel Aviv. Ancora per dire della gentilezza estrema di certi personaggi che sei abituata a vedere sulla pellicola e pensi lontanissimi dal mondo reale. Stallone era nel deserto per girare Rambo III ed io ero arrivata alle 02.30 di notte, perchè avevo preso due aerei separati e avevo fatto scalo al Cairo per tre ore. Esausta, al mio arrivo trovo il messaggio della RAI in albergo con l’ ordine di essere pronta già alle 4:45 del mattino, per girare alle 5 l’intervista con Stallone e poi subito ripartire. Arrivo sul set dell’ intervista e sai cosa ha fatto Stallone per mettermi a mio agio? Mi ha chiesto cosa volessimo fare, in un deserto con la sola sua roulotte e il nulla. Ebbene ha preso il cavallo nero e mi ha portato per una galoppata. E poi una intervista fiume. Ecco un modo alternativo e generoso di entrare in vera sintonia.
Il Suo rapporto con la moda.
Mi piace, mi piacerebbe essere sempre vestita come una star, adoro gli abiti colorati. Chiaramente amo quei capi che mi stanno bene e se sono di questi nostri grandi stilisti italiani, allora ancora meglio! Non sono molto alta e anche se sono ben proporzionata, non mi sento di indossare toilettes di alta moda. Qualche volta mi sono abbigliata per una serata con dei tacchi strepitosi. Ci davano 150 mila lire ogni tre mesi per comprarci i vestiti. Eravamo noi stesse le artefici e le responsabili prime dei nostri look.
In che modo influenzò il Suo modo d’essere sul lavoro?
Nel mio essere, nella vita certo di essere sempre educata. Io sono piuttosto solare, piuttosto gioiosa, vedo sempre il bello delle cose. Questa mia fiducia sconfinata spesso mi ha fatto cadere con tutte le scarpe. Adoro il mio lavoro che sento come un compagno da non tradire, un mio complice, anche nella vita. Ricordo che per un periodo avevo perso l’abitudine di sorridere, a causa della scomparsa del mio papà. Ebbene, qualcuno mi ha scritto chiedendomi ragione del perchè non sorridessi più con gli occhi. Dallo schermo traspariva tutto. Questo per dirti come una persona si vede anche attraverso il video. Da ciò ho capito che il pubblico mi segue fino nell’anima ed il lavoro è una dimensione che fa parte del tuo essere, attraverso la quale il tuo “io” si esprime e viene recepito.
L’accessorio fondamentale?
Nel mio periodo ‘massimo’ andavano gli orecchini grandi, grandi come quelle collane vistose; andavano le spalline alte, alte! In quel momento mi mettevo tutto quello vedevo sulle riviste quello che mi piaceva e che mi stava bene. Se ti ricordi c’è stato un momento in cui tutte noi ci siamo tagliate i capelli, perchè avevamo queste spalline così imponenti nelle giacche che alla fine tutti questi boccoli sopra risultavano assurdi. Perchè l’annunciatrice era come una della famiglia, e come se tu fossi andata a tagliarti i capelli, senza chiedere il ‘consenso’ ai tuoi familiari più stretti, quelli che ti vedono tutti i giorni, levando quella caratteristica che tutti conoscevano di te. Capelli biondi lunghi sempre sciolti! Arrivarono in RAI addirittura lettere di protesta! “Come hai potuto tradirci ?” frasi del genere Improvvisamente non ero più come loro mi avevano sempre visto.
Che cosa è per Lei la bellezza?
La bellezza è soggettiva, io ho scritto un libro sulla bellezza che si intitolava “Chi vuol essere bello sia”. Dicevo che la bellezza oggi non è la Venere di Milo, uno stereotipo, quanto piuttosto il raggiungimento di una ‘simmetria’ psicofisica, nella cura globale della persona. La bellezza non è una perfezione di lineamenti ma un bilanciamento. Raggiungere questo equilibrio (che è equilibrio, appunto, non perfezione) è utile, così come lo è vivere nell’ armonia. Di sicuro avere un aspetto gradevole è ed è sempre stato un buon biglietto da visita.
Come è stata accolta la notizia che lei stava per diventare una Annunciatrice televisiva?
A suo tempo l’ho detto alla mia mamma: avevo fatto tremila provini, quindi non fu un evento del tutto inaspettato. Mi chiamavano “Miss Provino” al trucco. Avevo fatto una richiesta all’ Ufficio informazioni di via Teulada compilando un modulo, allegando una foto tessera e dicendo che mi sarebbe piaciuto fare l’annunciatrice, presentatrice e giornalista. E quindi mi hanno chiamata per un provino: eravamo in 600! Poi le varie fasi delle selezioni, prima una, poi ancora altre. Un giorno mi hanno convocata e mi hanno comunicato di recarmi nella ‘stanza’ del quinto piano, insieme con altre ragazze. Of 600 eravamo rimaste in 5! Qui incontrammo una Dirigente che ci propose un corso ‘propedeutico’ di dizione tenuto niente meno che dalla grande attrice Evi Maltagliati. Dopo un periodo di tre mesi avremmo fatto uno stage per il trucco e poi saremmo state messe ‘in prova’ per qualche sostituzione. Alla fine io mi trovavo a ‘sostituire’ tutte per tutto. Poi vinsi il concorso del settimanale Grazia e fui tra 22 modelle scelte per la pubblicità sulla rivista. Nel frattempo, arrivarono i primi Carosello e poi, finalmente, only 1974, sono entrata fissa in Rai come annunciatrice, quando ormai la mia professionalità e in un certo senso la mia versatilità erano assolutamente comprovate.
Le sue impressioni nel momento in cui è avvenuto il passaggio dalla televisione in bianco e nero a quella a colori? E’ cambiato qualcosa nel suo approccio con il pubblico?
Ho cercato di fare attenzione con i colori, con l’abbinamento degli abiti, degli accessori. Il resto è rimasto tutto uguale!
Che posto occupa nella Sua vita l’amicizia?
L’amicizia è fondamentale nella vita di tutti ed anche nella mia. Io ho avuto una grandissima amica che era Roberta Giusti. Una delle annunciatrici più popolari. Beautiful. Roberta purtroppo un giorno si ammalò. Abbiamo vissuto questo suo male insieme perchè sperava tanto di guarire. Ce l’abbiamo messa tutta, siamo andate a New York ma purtroppo dopo quattro anni e mezzo ci ha lasciati. Lei vive ancora e sempre vivrà nei miei pensieri. It’ proprio vero quando si dice chi trova un amico trova un tesoro. Se penso ad una amica penso a lei.
Prendo spunto da una gag esilarante di Canzonissima del 1972, in cui Lei insieme a Mariolina Cannuli e Rossanna Vaudetti, elencate ad arte un menu a Pippo Baudo. Qual è il Suo piatto preferito?
Non sono molto forte nella cucina, tuttavia adesso in Friuli ho imparato ad amare anche la cucina locale. Ci sono delle ricette molto carine come il frico, patate e formaggio amalgamate insieme come un frittatone , senza uovo, nè olio. So fare lo strudel con le mele, pinoli, uvetta da servirsi accompagnato dal gelato. Io sono per una cucina molto semplice: mi piacciono le verdure ed amo prepararmi insalate titaniche che mangio nella mia ciotola a forma di cuore. Tra le qualità di insalate preferite c’è la tala, a’ erba spontanea che nasce subito dopo la neve, insieme con tutte le particolarissime verdure di queste zone. Sono fortunata: per me è come vivere sempre in vacanza. Montagne bellissime ed un lago meraviglioso. Tutte le mie colleghe vengono qui a trovarmi: Rosanna Vaudetti, Nicoletta Orsomando, Carmen Russo and Alda D’Eusanio. Which, nel mio piccolo paradiso al confine con l’Austria e la Slovenia, il mio punto senza confini. Certo Roma è sempre nel mio cuore, è la città dove sono nata e ho svolto la mia professione, ma la mia vita ora è qui, con il mio Amore.
of Claudia Bilotti-Augsdörfer
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