Ludovica Amati “The Cure”

“Portare la luce dove c’è buio”, la cura per risollevare le coscienze, per ritornare alla dimensione spirituale e sbloccare le energie che salvano. Ludovica Amati presents its Autumn-Winter collection 2014-2015 between the Roman ruins of the Stadium of Domitian.
Colta come le viaggiatrici d’inizio secolo si tinge le mani per comunicare e interagire con le anime degli altri. Indossa abiti lunghi di organze, tessuti leggeri e tulle di seta che, nudi come il ricordo del corpo, ne esaltano il movimento. Preziosi cappotti dal taglio maschile si alternano a balze su gonne e camicie romantiche sempre impalpabili.

Le tre attrici italiane Regina Orioli, Anita Kravos e Sveva Alviti interpretano la sua idea di donna in un gioco di tableaux vivant e suggestive scenografie, sottolineato dal canto di due “curatrici”.


Il suono, la melodia, anche senza parole, penetra nel nostro cuore per cambiarci, ci mette in armonia con la nostra interiorità, la dimensione più alta e pura di noi stessi. Per questo ho deciso di presentare la mia collezione attraverso il canto di due curatrici, medicine woman, per far sì che i miei capi siano portatori di un messaggio spirituale forte, come per tutte le mie collezioni passate. La Cura per me è l’ingresso a mondi superiori attraverso il suono e il canto”, afferma Ludovica Amati.
Ad accompagnare l’evento è l’artigiano profumiere Meo Fusciuni che con l’installazione Icon racconta un inizio, a new future that leads to the meaning of the word religion, re-ligare, legare nuovamente. Icon è una simbologia olfattiva del sacro che attraverso un rito, una preghiera prima del cammino, intraprende un percorso fisico-mentale nei luoghi sacri e trasfigurati dell’Odore, dell’animo umano.

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