From 17 May 27 luglio alla galleria Monica De Cardenas di Milano sarà allestita la collettiva di fotografia Jamasis laisser les photos trainer, con opere di Linda Fregni Nagler, Jochen Lempert, Johan Österholm, Barbara Probst, Leticia Ramos, Alessandra Spranzi e John Stezaker.
The’ ironico titolo della mostra ‘Mai lasciare incustodite le fotografie’ – (tratto dalla pellicola del 1958 di Louis Malle, Ascenseur pour l’échafaud – Ascensore per il patibolo) – perché non si sa mai cosa possa farne un artista, suggerisce da subito un’idea della fotografia come esercizio dello sguardo. I 7 artisti presenti vivono cambiamenti epocali nel modo di sentire lo spazio e il tempo, le immagini, la loro moltiplicazione e dispersione. Si tratta di un’analisi delle potenzialità della fotografia come strumento di conoscenza che restituisce all’occhio quello che sta forse disimparando per accumulazione o cecità culturale: saper vedere e sentire la relazione reciproca tra le immagini.
Il desiderio di ritornare agli elementi basilari della fotografia, la luce e il tempo, di riattualizzare tecniche e procedimenti obsoleti, di riavvicinarsi al miracolo dell’analogico e alla camera oscura o di insistere a usare sempre la stessa macchina, s’intreccia a un’attitudine rivolta alla reinterpretazione di artefatti che appartengono all’alba della fotografia o alla ricerca e raccolta di immagini già esistenti – di altri, anonime o povere – trovate dove nessuno le cercava più. Immagini, queste ultime, che vengono guardate e riguardate, tagliate e ri-fotografate, avvicinate, ingrandite, raggruppate, sovrapposte, riorganizzate e, so, riescono ancora rivelare il loro potenziale semantico. Nelle fotografie si riconosce quella mescolanza di arte e scienza, d’ispirazione artistica e invenzione tecnologica dei pionieri, che ha fatto avanzare le scoperte di quegli inventori. Si tratta di opere che coinvolgono lo spettatore in un atto di complicità, lo costringono a un’intimità.
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