“L’onestà, la gentilezza verso gli altri e la generosità. Se ci sono tre cose che mi hanno insegnato i miei sono queste”.
Forse tutti noi dovremmo avere nel DNA queste caratteristiche ma non è sempre così. E’ un vero piacere intervistare Valentina Brugnatelli, designer di bijoux, comasca di nascita ma di madre danese. Cresciuta a Losanna in Svizzera, dove ha conseguito la maturità in lingue, ama gli animali “sono cresciuta in una cascina in mezzo a galline, pecore, cani, gatti e sono stata allattata a latte di capra. Vado a cavallo da sempre e la presenza degli animali mi rilassa tantissimo, mi rasserena, mi mette in pace con me stessa”.
A 18 anni si trasferisce a Parigi per studiare a Esmod, fashion design. Mi racconta che da piccola pensava di fare la speleologa/archeologa “a seconda della giornata e soprattutto perché non capivo la differenza! Dato che soffro di claustrofobia, direi che ho fatto bene a lasciar perdere la speleologia!”.
Subito dopo inizia la sua avventura a Milano dove lavora per Trussardi a cui segue l’incontro fatidico con un grande della moda, Gianfranco Ferre, che è diventato il suo mentore professionale per i successivi 15 anni ed è stato proprio lui ad iniziarla al Bijoux!
La mania-passione per il gioiello è nel sangue di Valentina “Verso i 10-12 anni mi ero lanciata in una produzione industriale di collanine fatte coi semi di melone e anguria essiccati al sole della Liguria. Ho addirittura organizzato un atelier con le mie amichette che infilavano dietro la mia direzione artistica. Vendita sul muretto della passeggiata sul mare. Gran successone. Finché la famiglia si è ribellata perché non ne poteva più di mangiare anguria e melone per fornire la materia prima. Comunque verso i 13-14 anni sapevo già che sarebbe stato un mestiere creativo. Adoravo disegnare e fare collage. Tutte le mie amiche mi davano i loro diari da ricoprire coi miei collage surreali. Ne ho ritrovati alcuni recentemente dai miei. A riguardarli tutto sommato non erano neanche male”.
Ammette che nella sua scelta lavorativa c’è molto dello zampino della mamma che in gioventù era stata insegnante di belle arti a Copenaghen e cuciva i suoi vestiti. “Mi ha insegnato i rudimenti del taglio, e da piccoli ci faceva fare molte attività manuali e creative a casa. In qualche modo deve aver sviluppato la mia creatività a mia insaputa”.
Non a caso i personaggi storici preferiti da Valentina sono le tante donne anonime che nella storia si sono battute e che sono scese in strada per ottenere tutti quei diritti che oggi sembrano così scontati. Ed oltre alla mamma le nonne sono sempre nei suoi pensieri. “Quella italiana era sempre molto allegra. Aveva una risata contagiosa ed era sempre molto elegante. Amo pensare che ho i capelli ondulati come lei. E la mia nonna danese, che mi manca ancora molto. Era una persona molto speciale, molto generosa. Andava sempre in giro con un ciondolo con un simbolo che rappresentava un omino forte che aiutava l’omino più debole”.
Valentina vive a Ginevra come freelance per brand di fama internazionale come Yves Saint Laurent, Ferragamo, Valextra, Kenzo, Missoni, Harry Winston.
Come tutti i freelance la nostra amica conduce una vita non di routine “al lunedì faccio il viaggio Ginevra-Milano per raggiungere il mio pied-a-terre/studio in sub-affitto. Il martedì e/o il mercoledì vado a Firenze a seguire di persona le mie collezioni e quelle dei miei clienti in fabbrica, il giovedì lavoro a Milano e a fine giornata ritorno a Ginevra. E il venerdì lavoro a casa a Ginevra. Poi ci sono le fiere a Parigi, i viaggi di ricerca, i periodi delle sfilate. Insomma poco tran tran e molta diversità!”.
Da come parli si comprende che sei davvero legata al tuo lavoro.
“Adoro le possibilità infinite di espressione che permette il Bijoux. Ci sono molto meno “freni” legati all’industrializzazione rispetto alle scarpe per esempio. Puoi fare di tutto e di più ! E poi ci sono gli incontri professionali. Essendo free lance devi ogni volta adattarti a delle realtà diverse. Ogni azienda è un microcosmo e ha un funzionamento tutto suo. Ti obbliga a rimetterti in gioco e ti tiene all’erta”.
Segui i processi di produzione?
“Certo è una mia passione andare nelle fabbriche. Il rapporto coi fabbricanti è essenziale: con gli anni costruisci un rapporto di fiducia. L’unico neo negativo è che quando un tuo cliente viene acquisito da qualche gruppo, tutto lo staff creativo viene sostituito e tu come consulente per primo, senza che nessuno si domandi se magari era valido o meno. Ma in fondo fa parte del gioco e ci sono abituata…per cui va bene così”.
Cos’è per te la bellezza?
“Per me la bellezza ha un rapporto molto stretto con l’imperfezione. È un equilibrio molto sottile tra la simmetria e l’asimmetria”.
Visto che viaggi così spesso c’è una città in cui ti piacerebbe vivere definitivamente?
“London. Perché mi ricorda la Danimarca, gigantesca e multiculturale, perché nonostante la dimensione è una città a misura d’uomo, piena di parchi e quartieri che sembrano villaggi. Perché a Londra la gente è sempre cortese, perché hanno un modo di vestire molto più personale rispetto all’ Italia o anche a Parigi. Sono più eccentrici e se ne fregano di quello che pensi. E si mangia come da nessuna altra parte il curry!”.
Il curry? Allora sei una brava cuoca.
“Adoro cucinare per gli amici, mi rilassa molto. Sono bravina nei curry indiani, ma vi faccio grazia della ricetta: troppo lunga e complicata. Comunque amo il salato, non sono una da dolci”.
Valentina riesci allora a trovare tempo per i tuoi amici?
“Per me l’amicizia e la famiglia sono una cosa unica. Sono essenziali nella mia vita. Avendo una famiglia molto ristretta e oltretutto essendo tutti dispersi per l’Europa, i miei amici più stretti sono per me come famiglia. Non faccio differenza”.
What is for you the elegance?
“L’eleganza è il riflesso esterno di quello che hai dentro. Può essere un modo di muoversi, di porsi, to speak. L’eleganza prescinde il tuo modo di vestirti”.
Ed il tuo rapporto con la moda?
“È una grande macchina molto complessa, la moda. Fatta di business puro e di grande creatività. È difficile da afferrare, per cui non ci penso più di tanto. Creo i miei gioielli cercando di essere fedele a me stessa e poi si vedrà”.
Immagino sia davvero così. Oltre ai bijoux qual è l’accessorio che ti piace?
“Sono le scarpe. Dimmi che scarpe metti e ti dirò chi sei! Il capo d’abbigliamento che dovrebbe sparire dalla faccia della terra, sia per l’uomo che per la donna, sono quelle specie di pantaloni/bermuda che ti arrivano sotto al ginocchio. In Svizzera li chiamano “Pinocchio”, chissà perché. Non sono brutti: sono orrendi!”.
Valentina se vuoi possiamo fare una crociata insieme per distruggere i “pinocchietti”. It physician “shopping” che cosa ti viene subito in mente?
“Wild…e poi quella bella borsa nera di Givenchy alla quale giro attorno da un po’”.
Think of a color?
“Il giallo. È un colore caldo, solar”.
Tuo sogno nel cassetto?
“L’ho appena tirato fuori: ho lanciato nel 2012 la mia prima collezione di Bijoux di lusso! Ci sto mettendo tutta l’anima e spero che possa crescere pian piano per essere pronta quando finirà la crisi…..perché finirà un giorno vero?”.
Certo che finirà. Sono ottimista quanto te…e da oggi sarò un tuo follower perché sei davvero speciale. Grazie Valentina.
of A. Raffaelli
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