The sample Curiel – History and Future, curata da Silvestrin & Associati, si snoda lungo un percorso narrativo che intende polarizzare l’attenzione su alcune “stelle fisse” nella poetica della maison. Là dove c’era l’abside dell’antica Chiesa di san Carpoforo si dispiega l’area che raduna una selezione di capi realizzati nel corso del tempo, ma unificati da una relazione dialogica con il mondo dell’Arte.
Sono dedicati e ispirati alle opere di Jim Dine, Picasso, Klimt, Frida Kahlo, Depero, Chagall. Esempi di quella “Moda-Cultura” di cui il brand Curiel è stato alfiere e inventore. Non meno importante è la sezione che ha per nome La Scala: raduna mise da gran sera indossate per le prime di opere liriche leggendarie. Uno schermo proietta immagini di dame “in Curiel” tra gli anni Cinquanta e Sessanta per contestualizzare il messaggio stilistico che arriva direttamente dall’atelier di Corso Matteotti. Che il mondo Curiel abbia sempre intessuto un filo diretto con la cultura di ogni luogo lo conferma la parte Exoticism: opere di ago e filo dichiarano un amore per geografie lontane – l’Oriente, la Russia, l’Africa – di cui sono riprese lavorazioni artigianali che convivono felicemente con forme e modelli occidentali, riuniti in una celebrazione appassionata del corpo femminile. Alle pareti, i touchscreen monitor raccontano in loop una visione di moda che è coerente nella sua evoluzione e ci ricordano come la memoria sia fondamentale per guardare avanti.
Nella sezione Curiellino, in fact, una capsule collection disegnata appositamente da Gigliola Castellini Curiel, reinterpreta uno dei capisaldi del brand: quel “little black dress” italiano che rivoluzionò e ancora rivoluziona un’idea di bellezza senza tempo.
Leave a Reply