A BTO11 di Firenze si puntano i riflettori sul Food & Wine Tourism, il nuovo topic della due giorni, con il panel dal titolo; Cosa è il turismo enogastronomico? Come misurarlo?
The turismo enogastronomico the Food Tourism è un segmento in forte ascesa al livello globale e uno dei più dinamici all’interno del settore – come affermano gli studi della World Tourism Organization – pertanto si pone urgente la necessità di definirlo in modo univoco e di raccogliere il più alto numero di informazioni, necessarie a formulare statistiche corrette dalle quali poter tracciare strategie efficaci.
Questo il punto centrale trattato negli interventi di Roberta Garibaldi Board of Advisors e Ambasciatore per l’Italia della World Food Travel Association e Mauro Carboni Direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero. Negli ultimi anni al livello mondiale sono incrementati esponenzialmente gli studi di riviste scientifiche su questo settore del turismo: 514 solo le pubblicazioni realizzate negli U.S.A. in 2016, accanto alle 142 prodotte in UK, to 78 della Corea e alle 67 dell’Australia, a testimoniare che sono molti i paesi attivi per fornire all’industry del turismo un apporto scientifico. L’Italia sembra però non seguire questo trend con solo 9 pubblicazioni sul tema del turismo enogastronomico.
L’interesse per la componente enogastronomica ha acquisto una rilevanza considerevole nelle scelte di viaggio, tanto da diventare una vera passione che coinvolge non solo target medio alti, ma anche profili trasversali di viaggiatori. Secondo la World Food Travel Association il 93% dei turisti leisure ha partecipato o parteciperà ad un’esperienze a tema enogastronomico, the 49% ha indicato il cibo e il vino come ragione principale di almeno un viaggio negli ultimi due anni. E se al food traveller non basta più l’idea di mangiare cibo locale in ristoranti tipici, o assaggiare prodotti enogastronomici d’eccellenza, che un mercato globale può offrirgli anche al market sotto casa, si fa urgente la necessità di creare un’offerta più completa che possa essere presentata come vera e propria esperienza culturale e di scoperta.
In questa ottica prende vita il concetto di turismo del gusto, proposto da Mauro Carboni, nel quale il motivo del viaggio è quello di fare un’esperienza reale, andando a conoscere il dietro le quinte. In questa prospettiva sembra divenuto essenziale coinvolgere i produttori del mondo dell’enogastronomia, coloro che esportano le eccellenze di cui i viaggiatori ricercano le origini.
Secondo il 2nd Global Report on Gastronomy Tourism del UNWTO, the 70% degli intervistati ha indicato il turismo enogastronomico come segmento importante di sviluppo ma solo il 10% ritiene che sia promosso in modo sufficiente. E’ evidente come quindi sia fondamentale strutturare un’offerta adeguata e comunicarla in modo efficacie sempre partendo da un’analisi esauriente dei dati a disposizione. Ecco perché BTO11 ha deciso di dedicargli un intero focus della sua undicesima edizione e riunire alcuni dei maggiori esperti nazionali ed internazionali del settore. Attraverso analisi di scenario, la presenza dei principali player mondiali, case history e best practices internazionali, BTO11 fornirà stimoli, conoscenza e formazione su un tema così attuale e in così rapida evoluzione.
of A. Raffaelli
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