A Palazzo Isimbardi, con il Patrocino del Comune di Milano, in questi giorni è si scena una mostra molto particolare… una mostra sulle scarpe.
Sono scarpe molto particolari, perché sporche di terra, scape vissute che raccontano una storia, una emozione, un messaggio. Scarpe di giovani vecchi, anziani, vincitori e perdenti di guerra, di prigionieri di campi, di erranti, di ballerine, di giornalisti, di monaci e frati, di piloti di registi, di clown di pittori.
Tutto questo grazie a Antonio Gregolin, che ha cercato di raccontare la storia attraverso questo accessorio che accompagna la storia dell’uomo e della sua evoluzione.
Qui di seguito la tipologia di scarpe esposte.
Scarpe e Scarponi della Prima e Seconda Guerra Mondiale
Scarpe deportati campi di concentramento
Zoccoli anni ’30, ’40, ’50.
Scarpe dei poveri anni ’40.
Scarpe di Forrest Gump
Scarpe di migranti
Scarpe di Toni Capuozzo (inviato di guerra)
Scarpe di Mauro Corona (Scultore, scrittore e scalatore)
Scarpe di Bepi De Marzi (Compositore di “Signore delle Cime”)
Scarpe di Mauro Paolini (attore)
Scarpe di Moni Ovadia (attore – cantante idish)
Scarpe di Alex Zanardi Pilota (olimpionico- conduttore televisivo)
Scarpe di Ermanno Olmi (Regista)
Scarpe di David Larible (il clown più premiato del mondo)
Scarpe di Toni Zarpellon (pittore e creatore delle cave dipinte di Rubbio)
Le impronte di Tom Perry (lo scalatore scalzo)
Scarpe di una ballerina della Scala di Milano
Scarpe di monaci, monache frati, preti anni ’40-’50-’60.
Scarpe di Ettore Mo (giornalista Corriere Sera)
Scarpe di Manolo (scalatore)
Scarpe di Nives Meroi (scalatrice)
di O. Vigorelli e A. Raffaelli
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