All’atelier corre l’anno 1950. Come in cronache di un amore disperato, l’edera pende indolente dalle facciate. Un’antica Cinquecento color melagrana è parcheggiata all’entrata. Un piccolo gatto nero attraversa circospetto la strada.
Ma la vera magia temporale ci colpisce all’entrata: ci sembra quasi di riconoscere l’appeal di una giovane Lucia Bosè in quello sfarzoso abito incrostato di paillettes che campeggia all’entrata, a segnalare che quella non è una sartoria, ma la sartoria romana.
All’interno, in un turbine di specchi e Bianco Navajo, spicca la collezione di Haute Couture fall-winter 2013, così contemporanea eppur così rievocativa; un’opulento insieme di mikado, lustrini, sete e merletti. Ma, per una sera, il fasto di Sarli è cornice, e non protagonista, dell’evento: l’atelier, stasera, ha infatti ospitato la Maison Caudalie per la presentazione della sua linea Premier Cru.
Caudalie – il cui nome stesso deriva dalla scienza enologica, ed indica l’unità di misura di persistenza, in bocca, degli aromi di un vino dopo la degustazione – in questa linea si ispira alle più pregiate annate del Chjateau Smith Haut Lafitte, creando un rarissimo ed esclusivo complesso di principi attivi naturali.
Per la prima volta, i tre brevetti emblematici Caudalie, Resveratrolo e Viniferina di vite titolati e Polìfenoli d’uva, sono riuniti in questo soin d’eccezione per risultati spettacolari su tutti i segni dell’età e sulla longevità cellulare.
Presenti alla serata, ad omaggiare le grandi Maisons, ospiti d’eccezione come Mariella Burani e Stefania Giacomini, che nell’ovattata atmosfera di Via Gregoriana, grazie alle esperte visagiste presenti, hanno potuto apprezzare di persona i lussuosi trattamenti proposti dai laboratori Caudalie.
di Luisa de Notaristefani di Vastogirardi
Credit Michela De Nicola
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