Sulla versione ufficiale dell’omicidio di Pasolini si è ricamato per anni con pochi scrupoli di verità. A pochi venne il dubbio che quel traballante e contraddittorio scenario sessuale, fosse una messinscena per coprire un altro tipo di delitto. Perché una parte della cultura e del movimento gay in Italia si è fatta complice involontaria di un depistaggio durato quasi quarant’anni?
Il brutale massacro di Pasolini (1975) resta uno dei buchi neri della notte repubblicana. Così come l’assassinio di Enrico Mattei (1962) o del giornalista Mauro De Mauro (1969). Pasolini e De Mauro muoiono forse per la stessa ragione, perché troppo vicini alla verità sull’omicidio di Mattei, che si preparavano a divulgare accusando Eugenio Cefis, successore di Mattei alla presidenza dell’Eni e fondatore della P2.
Di Cefis Pasolini fa un personaggio centrale del suo incompiuto romanzo Petrolio. In lui vede la «mutazione antropologica della classe dominante», quel nuovo Potere finanziario che avrebbe portato alla cattiva società cetuale di oggi, «in un Paese orribilmente sporco».
Carla Benedetti insegna Letteratura italiana all’Università di Pisa. Tra i suoi libri, Pasolini contro Calvino (Bollati Boringhieri, 1998) e Disumane lettere. Indagini sulla cultura della nostra epoca (Laterza, 2011).
Giovanni Giovannetti (Lucca, 1955). Tra i suoi libri: Ritorno a Danzica (con A. Sowa, 2004) e Sprofondo nord (2011).
Presentazione del libro
Frocio e Basta (Effigie, 2012)
con Walter Veltroni, Gianni Borgna, Claudio Marincola e gli autori Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
Martedì 16 aprile ore 18
Casa del Cinema
L.go Marcello Mastroianni Roma
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