Sara Goldschmield ed Eleonora Chiari, sono un duo artistico dal 1997. Considerate ancora giovani artiste, nonostante una sia del 1975 e l’altra del 1971, sono apparse su Marie Claire accessori del febbraio scorso nel video Women in Art di Luca Merli, che ha ritratto la meglio gioventù (per l’appunto) delle artiste contemporanee nelle loro gallerie e nei loro atelier.Glamour sono glamour, brave sono brave. Lo dicono i riconoscimenti comprovati, come l’ultimo, arrivato dagli Stati Uniti: la candidatura al concorso Women to Watch 2015 del National Museum of Women in the Arts Washington D.C. Dieci anni prima che Goldiechiari si formassero, apriva battenti il NMWA, nato nel 1981 dalla passione e dall’impegno di Wilhelmina Cole Holladay e del marito Wallace F. Holladay, che a partire dagli anni ’60 (e per oltre vent’anni), collezionarono in maniera pioneristica opere di donne artiste. Con un corpo di più di tremila opere realizzate dal Rinascimento fino ad oggi, il NMWA è l’unica istituzione al mondo dedicata al riconoscimento dell’opera delle artiste di ogni epoca e nazionalità. Ogni due anni circa il NMWA allestisce una mostra tematica, che ospita opere di emergenti provenienti dai paesi in cui il museo è presente con comitati nazionali, che, attraverso la stretta collaborazione con un’Istituzione pubblica, propongono una rosa di cinque artiste, delle quali una viene selezionata dai curatori del museo.Il titolo dell’edizione del 2015 (dal 5 giugno al 13 settembre), a cura di Virginia Trenor, è Organic Matters e dà risalto a lavori legati alla “natura” intesa nella sua più ampia accezione, come termine di riflessione su tematiche ambientali, sessualità o politiche di genere. Il comitato italiano degli Amici del NMWA ha scelto di collaborare, per l’occasione, con il Museo del Novecento di Milano, che attraverso una selezione operata dalla curatrice Iolanda Ratti ha candidato: Gabriella Ciancimino, Amalia del Ponte, Cleo Fariselli, Goldschmied & Chiari,Claudia Losi.
Il duo l’ha spuntata sulle altre colleghe, grazie a Nympheas#12: poetica e ironica rivisitazione dell’immaginario impressionistico di Claude Monet, che combina un registro aulico e uno più popolare (i colorati sacchetti galleggianti della spazzatura), non tralasciando una riflessione su tematiche ambientali e di genere. Stigmatizzando- com’è nel loro stile- con ironia e intelligenza, i comportamenti e le defaillances di noi occidentali globalizzati e consumisti.
Il mese scorso, al Miart (Fiera Internazionale d’Arte Moderna e contemporanea), presso lo stand del NMWA, durante l’incontro promosso da Vhernier, insieme a Nicoletta Rusconi Art Projects, Eleonora e Sara hanno presentato, in anteprima, Medusa Mirrors (digital print on mirror, cm 135×225), risultato di una ricerca sul tema dello specchio come strumento d’illusione, ispirata anche alle suggestioni del cinema surrealista di Bunuel e Dalì.
Esperienza da ricordare (e ripetere): per un giorno Italia, America e Spagna, sono state unite sotto il segno di un’arte universale, che valica le frontiere, e sa fare rete.
di Erica Vagliengo
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