La magia che trasforma un vaso in alta moda: Fausto Sarli ad AltaRoma

Tutto parte da un vaso. Un vaso di ceramica trovato per caso con un grande volto di donna. “Quegli occhi mi guardavano e non mi lasciavano, occhi espressivi, occhi che mi hanno catturato”.

Carlo Alberto Terranova, delfino di Fausto Sarli e di Sarli erede della maison, ha disegnato la collezione di alta moda, pensando alla sua Sicilia, alla terra del sud, ha preso spunto dai giochi cromatici, dagli agrumi, dalle usanze ricche di contrasti. “Ho voluto unire le due Sicilie”. Ci sono le maioliche, i colori, i decori di una civiltà millenaria. “La storia è la mia base di partenza. Che è la storia della maison che cerco sempre di onorare”.

In passerella sfila la storia della maison:  le volute, il gioco dei tondi, quella geometria senza spigoli, quegli abiti scultura che danno l’idea di essere sospesi.  Sarli mostra uno stile a metà tra innovazione e tradizione con tanta innovazione creativa grazie a nuove fonti d’ispirazione.

Non mancano le sinuosità caratteristiche della maison. I tessuti sono comunque meno rigidi anche se la sensazione rimane quella di abiti ben costruiti e definiti, tipici dello “scultore dell’Alta Moda”.  In questa collezione le geometrie degli abiti giocano molto con il mondo floreale tipico delle ceramiche e con le forme dei vasi. Si inseriscono, però, anche nuove morbidezze, date dai lunghi abiti in chiffon multistrato, fascianti e impalpabili, e dal tulle che dona l’effetto nuvola alla sposa, ma anche inserti in pizzo che creano un bell’effetto «vedo non vedo».

Tripudio di colori tutti rigorosamente «made in Sicily»: dal giallo all’oro delle spiagge, dal viola cangiante all’azzurro mare e poi tutte le sfumature della terra, arancio, bronzo, marrone, mogano. La mattina, la donna Sarli indossa tailleurs e piccoli cappotti bicolore in organza e mikado. Negli abiti da cocktail spuntano preziosi ricami, drappeggi, maniche ad effetto foglia, sovrapposizioni di tessuti su gonne e bustier, ricami ad intarsio con jais e Swarovski. Per la sera, abiti in cady e gazar di seta. Tra le nuance l’arancio, il marrone, il cioccolato, il giallo, il blu e l’immancabile bianco Sarli.

Inconfondibili le cappe di Sarli corte a coprire le spalle, al ginocchio per creare un insolito volume sulla schiena, lunghe per un alure scenografico da diva del cinema.

Le spose sono sfarzose: grandi gonne di tulle sbocciano da strutture rigide in seta mikado e sinuosi abiti decorati in pizzo si abbinano ai capospalla strutturati e a veli molto lunghi. La sposa di Sarli emoziona, lascia tutti senza fiato al termine della sfilata.

Credit Michela De Nicola

di Alessandra Ianni

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