Son venuti da Mantova, da Brescia, da Ferrara, da Modena, dai paesotti del Veneto ed altre regioni ancora, per ‘correr piano’ verso gli splendidi paesaggi del Chianti senese e fiorentino, arrivando alla conquista della Maremma – butteri compresi – osservando più tardi le trasparenze incontaminate dell’Argentario. E tutto questo per mangiare il così detto “pesce povero” o, se, preferite, il pesce dimenticato magari in sella alla Lancia Fulvia del ’69, alle Porsche dei nostalgici anni ’60, all’M.G. del ’38, ed ancora Lancia Aprilia del ’45 assieme alle mitiche Lancia d’anni trenta, o giù di li… per sgranchirsi ben bene…le ruote! Ve ne erano anche altre, tutte rigorosamente d’epoca che via via, vengono rispolverate dai loro amatori nel ripercorrere l’ebbrezza delle corse non dei ‘Nuvolari’, bensì quelle nostalgiche contraddistinte dagli interni in radica e improbabili capote.
“Questo è il terzo anno che ci ritroviamo qui in questo ristorante, da ‘Alcide’ in Poggibonsi – ci dicono – e proprio oggi siamo reduci dal “Don Pedro” di Porto Ercole, dove anche li…spigole ed orate a volontà!” Come vede, siamo dei cultori del buon cibo…e dei motori!”
Ci spostiamo verso altri buongustai capaci anche loro d’aver percorso 620 Kilometri di strade non sempre asfaltatissime, ma sempre ‘adrenalici’ alla visione dei borghi affascinanti che via via ci offre la nostra splendida Toscana. “La corsa di Alcide” è stata una “gara nella gara”, con il Trofeo Bruno Macchi, in nove prove concatenate al 1000’/ sec. . Non a caso l’evento, durato tre giorni pieni, è stato organizzato da “Vetrina TOSCANA” della Regione, per riscoprire il gusto ed i sapori della tradizione nostrana incontrando la storia e le usanze popolari. E tutto ciòo ripercorrendo l’antica rotta sulla via del mare da ben salvaguardare, in concomitanza al progetto “Porto Ercole: quando Siena arrivava al mare”, capace d’occuparsi della promozione delle specie ittiche dimenticate, con partenza da Poggibonsi. Dici Poggibonsi, dici ‘Alcide’, Hotel ristorante rinomatissimo che da sempre si contraddistingue per la scelta rigorosa degli ingredienti freschissimi e di stagione, partner anche stavolta di “Vetrina Toscana”. La titolare, l’avvocato Roberta Ancillotti – …”si, mi è dispiaciuto ma ho dovuto lasciare la professione forense per continuare l’azienda di famiglia”- è una bella signora mora dalla linea di una ‘mannequin’ che amabilmente, e sempre sorridente, ‘gira’ con gli enormi vassoi carichi d’ogni ben di Dio, da offrire ai commensali. Chiediamo ‘udienza’ e…”volentieri, però dopo il dolce e gli amari, come vede i saloni sono stracolmi – verissimo – e dopo vi racconto tutto.” La cena luculliana è finita e la gentile Roberta racconta che i fratelli Ancillotti, Beppe e Sandro, figli appunto di Alcide, sono gli ispiratori della corsa. Andiamo indietro di qualche decennio, negli anni del charleston e di quelli successivi, quando gli intraprendenti fanciulli a bordo della loro Fiat V.I. 621, trasportavano il pesce ‘a tutta randa’, da Siena, ed anche Firenze, all’Argentario, garantendo l’assoluta freschezza del ‘pescato’.
“Tempi in cui non esistevano i condizionatori nelle automobili – prosegue la proprietaria – i mezzi non erano refrigerati, con strade e straduncole da Inferno, con loro sempre carichi d’adrenalina. Tutti li conoscevano e molti tifavano per il loro correre a rotta di collo su terreni impervi e remoti. Eh già, si divertivano come matti quando i ‘riconoscitori’…eccoli, eccoli, passano gli Ancillotti!”
Adesso sorridiamo trovando in tutto questo, più che una corsa agonistica, una storia di vissuto, di vita, dai forti risvolti sociali, memoria d’un tempo che fu, diciamo da “cento all’ora” con questi due tizi che s’appassionavano ai loro ‘Tour de Force’, non certamente per vincere medaglie bensì offrire pesce sano, dalle carni ben sode, in balia di venti e curve alquanto arzigogolate.
Questa è la Toscana da raccontare, storie di giovani belli e spericolati che, grazie alle loro ‘disinvolture’, costruirono quello zoccolo duro che fece la fortuna imprenditoriale del Gruppo Alcide. Team oggigiorno contraddistinto da professionalità e cortesia, capace di contare nutriti rami di occupazione, volto al mondo dell’ospitalità e della ristorazione. Ed è proprio in onore dei due piloti che è nata “La corsa di Alcide”. Ai nostalgici però mancano quei berretti sventolanti che chiedevano ‘pistaaaaa’ verso l’azzurro mare argentato: tuttavia basta chiudere gli occhi e magicamente ci chiederanno: “pesce fritto o baccalà?”
di Carla Cavicchini
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