Metti l’artista, metti l’opera. Sposta l’opera, sposta l’artista. Non è un rebus: anzitutto parliamo subito del creatore di tutto questo, Giampaolo Talani.
Artista sanvincenzino, Maestro tra i più importanti contemporanei. E’ un uomo giovane, snello, pieno di brio, colla sua bella massa di capelli scuri sempre arricciata e l’arte nell’anima. A Firenze, in quel di Palazzo Antinori, ha presentato la scultura ‘Il Marinaio’, statua bronzea alta più di tre metri realizzata alla fonderia “Il Cesello” di Campi Bisenzio, più tardi, dopo appena qualche giorno, ha preso per mano l’amato navigatore portandolo a Pontassieve per le celebrazioni dell’anno vespucciano, che ricordano il quinto centenario della morte dell’illustre navigatore fiorentino Amerigo Vespucci. A dire il vero la ‘svelatura’ è avvenuta sabato scorso sulla rotatoria di viale Hanoi, in quel di Pontassieve, facendola diventare parte del patrimonio artistico della suddetta cittadina. Tutto questo rientra nel progetto “Rotonde ad arte”, qual saluto affettuoso per chi entrerà in città. Tra l’altro sempre nello stesso luogo, nell’estate del 2011, Talani accompagnò la felice esposizione “Muri Strappati” presso la Sala delle Colonne del Palazzo Municipale.
Tornando all’opera summenzionata, il busto riproduce la parte superiore de “Il Marinaio”,un bronzo di sette metri che domina il porto turistico di San Vincenzo. L’anno scorso a Miami, in Florida, è stato testimonial del gemellaggio tra l’Autorità portuale di Livorno e quella di Miami. Il porto di Livorno ha donato un’opera alta 1,5 metri del ‘Marinaio’, qual futuro simbolo del maggiore porto turistico degli States, legame ideale tra Vecchio e Nuovo Mondo sotto gli auspici del navigatore fiorentino che diede il nome alle Americhe.
Talani osserva che “siamo tutti un po’ marinai in questi momenti”, riprendendo il tema a lui molto caro, soffermandosi in particolare su chi cavalca la vela, naviga attraverso gli elementi del mare, del cielo, qual linguaggio del vento. “Lupo di mare” è il buon nostromo carico d’esperienza, una sorta di “marinaio-scoiattolo” che chiude e molla i velacci. Dopo torna a casa per riabbracciare moglie e figli col volto scuro, segnato dagli elementi marini, ma la bramosia di radere l’acqua è forte. Una carezza ar’bimbo…e via! La simbologia è quello dell’uomo che destreggia il mare dell’esistenza restituendoci le reali navigazioni. E’ un passionale con tanta fierezza addosso: fondamentalmente è figura libera, eppure sotto sotto cova l’amore per i natii mari. Esplora, può essere persino persona del Rinascimento che guarda verso il nuovo. Tal monito è sorta d’appello per i contemporanei, senza spegnere quella sorta di espansione verso il nuovo ed il bello, capace d’aver germinato nei tempi passati sorprendenti linguaggi della nostra terra.
In occasione dell’apertura delle manifestazioni berlinesi nel giugno del 2009, proprio in occasione del ventennale anniversario della caduta del ‘Muro’, Talani fece ‘volare’ un centinaio di ombrelli da spiaggia rigati di bianco e bleu oltre l’East Side Gallery. Un modo più tardi rivelatasi apprezzatissimo di far ri nascere tali ombrelli dal grande busto del ‘Marinaio’ , che venne collocato al centro della piazza che interrompe la linea del muro, ai margini della Sprea, fiume berlinese.
Parliamo d’un Marinaio instancabile, che solca la Toscana facendone terra propria. Nel 2009 tal Busto fece sfoggio di se al “Festival della Creatività”, per spostarsi dopo nella piccola Atene, Pietrasanta, per l’esposizione pubblica “L’Isola che c’è”: questo nell’accogliente piazzetta proprio a fianco del Duomo, sotto quel campanile d’attribuzione michelangiolesca.
Marinaio, o mio marinaio, dove…”Deh…interrompe Talani – faccio la rotta e poi v’avvisooo!”
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