Il Premio Sila ‘49, diretto da Gemma Cestari e Luca Ardenti, è promosso dalla Fondazione Premio Sila, ed è diviso in due sezioni principali: la sezione Letteratura, la sezione Economia e Società. A esse si affiancano i Premi Speciali che la giuria assegna ad autori o opere fuori concorso che hanno un particolare rilievo nella vita culturale nazionale e internazionale. Il Premio collabora con la Libreria Ubik di Cosenza nella promozione della lettura e con la selezione di un comitato di lettori.
I vincitori dell’edizione 2013
Alessandro Perissinotto con Le colpe dei padri, edito da Piemme, vince il Premio Letteratura.
“Il tema della rimozione – di ciò che la memoria non vuole o non sa accogliere – attraversa prepotentemente il romanzo: la rimozione che segna Guido Marchisio, costretto in qualche modo a segretare e sotterrare i primi anni della propria infanzia, e quella che riguarda quanto è accaduto nell’Italia degli anni settanta. Il meccanismo della rimozione – come ciascuno sa assai bene, a partire dalla propria esistenza – non è mai senza costi e Perissinotto ci mostra in che modo tali occultamenti, sia soggettivi che collettivi, tornino prepotentemente in scena a chiedere di saldare il conto”.
Domenico Losurdo con La lotta di classe. Una storia politica e filosofica, edito da Laterza, vince il Premio Economia e Società.
“Domenico Losurdo, con rigore filologico, storico e filosofico, ripercorre la storia contemporanea partendo dall’idea espressa nel Manifesto di forme diverse di lotta di classe. Non solo quella tra borghesia e proletariato, bensì anche delle nazioni oppresse dal vecchio e nuovo colonialismo e delle donne per l’emancipazione. Lotte di classe e nelle classi”.
Lucy Riall con La rivolta. Bronte 1860, edito da Laterza, vince il Premio Speciale Saggio in traduzione sul Mezzogiorno.
Sulla “strage di Bronte” il libro offre una prospettiva del tutto nuova. La Ducea di Bronte fu regalata dal Re di Napoli Ferdinando IV all’Ammiraglio Horace Nelson e ai suoi discendenti in segno di gratitudine per aver “salvato” il regno nel 1799, ed entrò da allora a far parte dell’Impero Britannico. Riall mostra come la presenza nel territorio di Bronte dell’”altro”, il ricco e arrogante straniero protetto dalla mitica potenza britannica, abbia condizionato la vita della comunità ottocentesca tanto dei contadini che dei notabili, come abbia influito sulla formazione delle alleanze, sul carattere della faziosità locale e sull’immaginario locale relativo alla nazione, alla rivolta e alla rivoluzione”.
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