La sfilata di Frankie Morello alla Pelota a Milano è stato un viaggio interiore, dalla sera al mattino, dal materialismo alla semplicità. Un viaggio meditavo e mistico per ritrovare la leggerezza e la purezza abbandonando l’attaccamento ai beni materiali. La sfilata si è focalizzata sul ruolo del capo rispetto all’uomo, il valore che ha e che noi diamo all’abito stesso. L’idea di base è quello di un viaggio e di una nuova presa di coscienza, l’abito come cosa superflua, come un accessorio che è l’involucro e non l’essenza dell’uomo. Quindi la scelta era quella di rappresentare un uomo totalmente nudo, che si spoglia del superfluo per un ritorno all’essenza e alla spiritualità. La metamorfosi è evidente: dalla prima parte della sfilata in cui sfilano capi eccentrici simbolo della vita notturna, alla graduale spoliazione.
La sfilata si è chiusa con un attore completamente nudo, Giuseppe Sartori, della compagnia d’avanguardia Ricci/Forte.
Questo è anche un momento molto particolare per la moda e l’haute couture, soprattutto a fronte della crisi e del periodo storico che stiamo vivendo, è anche lo stilista si è posto delle domande e fare questo viaggio meditativo. Tipo: è davvero necessaria la moda? Che ruolo svolge in questo momento?
Milano, Frankie Morello, Orsetta.
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