Gli addetti ai lavori del fashion system, i buyers delle boutique più prestigiose (come Gucci o Ferragamo), gli atelier di moda sposa e molti esponenti della scena mondana Romana si sono riuniti per partecipare ad un evento colorato dal sapore esotico e sorprendente.
L’European Network of Filipino Diaspora si è fatta promotrice dell’importante progetto “Fibre Filippine (Piña, Abaca e Banana) Go to Rome”: dalle Filippine una sfilata di creazioni d’alta moda e di prȇt à porter presso il celeberrimo Circolo Ufficiali della marina, sul Lungotevere Flaminio, a cui segue un’Expo di tre giorni nella suggestiva location dell’Aranciera di San Sisto, per presentare le fibre naturali completamente eco-sostenibili patrimonio delle Filippine ed esplorare nuove opportunità per la creatività ed il business.
Il progetto, fortemente voluto da Mrs Marie Luarca-Reyes, moglie dell’Ambasciatore filippino Virgilio Reyes, viene organizzato nella Capitale in collaborazione con Fiber Industry Development Authority, Gruppo Aggiunto di Roma Capitale e l’Ambasciata delle Filippine a Roma. Business e mondanità, fotografi e miss, modelle, giornalisti, alta nobiltà e creativi di tutto il mondo hanno affollato le sale del Circolo e apprezzato le sfilate ed il ricco buffet etnico.
Molte le star dell’evento, ma sotto i riflettori le fibre green Filippine. La fibra di Banana, ricavata dal tronco del banano, biodegradabile ed eco-compatibile, priva di effetti tossici per ambiente e uomo. La fibra di Piña, estratta dalle foglie dell’ananas, lucida e sottile come seta, la più delicata tra tutte le fibre vegetali, perfetta per realizzare gli abiti da cerimonia che sfilavano nelle sale. L’Abaca, estratta dallo stelo della canapa di Manila, la fibra naturale più forte, tre volte più resistente del cotone, ideale per produrre cordami e sostituire il legno nella fabbricazione della carta, uso che potrebbe contribuire alla conservazione delle risorse forestali.
Il Dott. Fabio Fanfani, console onorario delle Filippine per Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche, non trattiene l’entusiasmo indicando la stola di una modella “questi materiali ecologici e colorati in modo naturale si inseriscono nella crescita inevitabile di un paese dove c’è la creatività e la manodopera costa poco”. In effetti sorprende la leggerezza e la luce delle creazioni di Fernandina “Dita” Sandico-Ong, la wrap artist che modellando e rimodellando l’abaca ha inventato una tecnica capace di seguire la linea del corpo come una nuvola.
Dalle sfilate di Abu Dhabi, Dubai e Parigi, dalle vetrine di Singapore e Giappone i suoi copricapi, stole, borse dai colori accesi ma naturali: giallo, turchese, arancio, rosso. Policromia che accende anche gli abiti di Piña squisitamente ricamata di Beatriz “Patis” Tesoro, i suoi barong dipinti a mano, gli incredibili abbinamenti che riescono a rivisitare in chiave moderna e sartoriale le coloratissime sete di mindao ed i motivi etnici tradizionali. La principessa Elettra Marconi sorridendo commenta “quanto colore, fascino, fantasia: vestiti bellissimi, si vede l’arte, la cultura e il gusto”. Il viaggio intrapreso dalla cultura tessile filippina nell’Italian fashion system promette proficue collaborazioni e sinergie secondo una green vision nel pieno rispetto dell’ambiente.
Credit Mauro Rosatelli
di Carlotta Marongiu
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