Milano, 1 giugno 2013
Tra quelle stesse strade che accolgono periodicamente il tanto atteso Fuorisalone milanese, se ne trova una nascosta che ospita Spazio Concept.
Uno di quei locali che si nomina per parlare di eventi ricercati e serate mondane guidati da un’unica parola chiave: esclusività.
Questa volta la serata era preceduta da artisti italiani espatriati che occupavano il locale per esporre le proprie creazioni e parlare del loro rapporto con la bici, tema molto caro a Le Coq Sportif, sponsor dell’evento.
Nel tempo record di un mese e mezzo, giovani creatori, designer, fotografi, illustratori sono stati chiamati con l’obiettivo di dimostrare come, con l’entusiasmo della gioventù, si possano davvero aprire le proprie ali per spiccare quel meraviglioso volo chiamato vita.
La mostraevento chiamata C.R.E.A.M – Creativity Rules Everything Around Me – ha raccolto diversi lavori di giovani talentuosi ed entusiasti provenienti da ogni parte del mondo, riuscendoli a portare tra le mura di via Forcella.
Tra gl’interventi: gl’illustratori Cento Canesio e Mauro Gatti, il fotografo Francesco Dolfo e Marco Klefisch che hanno mostrato il legame che c’è tra la creazione artistica e il mondo dello sport.
L’evento, promosso da Le Coq Sportif – il brand francese anche sponsor de Le Tour de France – e al contempo gestito da Zelda, Luca e Mattia, i tre ragazzi di Comb, l’agenzia organizzatrice, si poneva l’obiettivo di trasmettere le diverse concezioni del mondo delle due ruote.
I creativi hanno mostrato la loro idea di movimento tra il bianco e il nero di un foglio e una matita, tra uno scatto e uno zoom o un gioco di specchi.
I lavori riempivano l’aria di energia e adrenalina.
Durante il workshop che si svolgeva nel pomeriggio Mauro Gatti ha parlato del suo legame con Vans ed ha mostrato i suoi lavori per l’annuale Contest di Varazze; Francesco Dolfo, invece, ha parlato della sua esperienza in Corsica per ripercorrere, con il suo gruppo di “amici di bici”, le strade bruciate dalle ruote dei ciclisti francesi; Marco Klefisch dei suoi lavori e delle sue particolarissime esposizioni al Museo del Novecento.
Girovagare per le sale della mostra era come avere una portagioie in cui frugare alla ricerca, sempre, di un qualcosa pronto a stupire: dinamismo e particolarità si fondevano e incuriosivano gli ospiti donando a quelle due sole sale la giusta atmosfera di cui circondarsi.
Un momento in cui istantanee di frammenti di vita, illustrazioni e creazioni, lasciavano spazio a semplici oggetti, quali skates, sellini o manubri, che da attrezzi di mero utilizzo quotidiano, venivano elevati a vere e proprie opere d’arte.
Insomma un evento da segnalare e del quale non aspettiamo altro che una nuova edizione ricca di sorprese!
di Camilla Titomanlio
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