“E’ stato così”, Sabrina Impacciatore a Lamezia Terme

Una strepitosa Sabrina Impacciatore sul palco del Teatro Comunale Politeama di Lamezia Terme per la quinta esclusiva regionale della Stagione di Prosa porta in scena È stato così di Natalia Ginzburg, regia essenziale e sapiente di Valerio Binasco.

La Impacciatore ripercorre come ogni sera il suo “viaggio nel dolore” dando voce e lacrime (vere) a quella donna senza nome che, in lungo e denso respiro di 60 minuti, rivive la sua storia di donna innamorata tradita umiliata illusa… fino ad uccidere.
Immobile, quasi monolitica in quel vestitino di pizzo nero, domina la scena come una mater dolorosa dalle braccia vuote. Le mani uncinate alla sedia, il corpo granitico, e quella luce bianca a sottolineare due rivoli di lacrime nere e uno sbaffo di rossetto rosso come il fiore di stoffa tra i capelli e cinico come un sorriso sfuggito dalle labbra.
E così, quasi in trance, il personaggio “di carta” si insinua nel corpo e nella voce della Impacciatore (o viceversa?) fino ad impossessarsene e a vivere-  ancora per una sera – sulla scena. Lei, donna sola, vuole un amore, un amore purché sia. Un amore da raccontare, soprattutto. Il destino le riserva un uomo dalla mani piccole e dai riccioli grigi che però ama un’altra. Il loro matrimonio è la somma di due solitudini che non si incontreranno mai. Lei è sempre lì ad aspettarlo di ritorno dai suoi “viaggi”… le basta una carezza sui capelli. Vive il suo amore “dentro” fino a riversarlo, poi, su quella loro creaturina fragile e malata (“Alle dieci la bambina è morta”).

Ma per lei, ormai madre “orfana” di figlia, che ha sopportato le assenze, i tradimenti, le umiliazioni (Una volta mi ha disegnato con le spille da balia in bocca, la vestaglia aperta con la cintura penzoloni e i capelli arruffati) l’idea della morte (di lui) si carica di un forte senso di “liberazione” e di recupero della propria dignità di donna. Anche se è la miseria dell’amore senza misericordia,  soprattutto per se stessa. E quel colpo di pistola sparato in mezzo agli occhi arriva dritto nello stomaco degli spettatori. Applausi scroscianti e catartici. E chapeau a Sabrina Impacciatore.

di Giovanna Villella

credit Ennio Stranieri

 

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