Volteggiando in occasione della settimana milanese del Design, il noto marchio italiano Dimensione Danza, si fa avanti sulle punte e festeggia il suoi trent’anni.
Presso il flagship store di Corso Europa mi ritrovo tra tulle e pizzi, seta e nastrini, scarpette e tutù, e noto l’assonanza tra i 10 oggetti in vetrina, realizzati in esclusiva da 5 designer di talento che si sono ispirati al movimento della danza, e la danza stessa. Mi rendo conto che in entrambi i casi volare non serve a nulla, ma basta saper danzare per sentire il cuore in gola nello stesso identico modo.
Danzare per rivelare la vera bellezza di un gesto pulito, semplice, preciso, senza sbavature. Perché la “danza può rivelare tutto ciò che la musica racchiude”, come scrisse Baudelaire, e il design ne è la sua rappresentazione più materica. In entrambi i casi il gesto alla base prevede una danza, un movimento fugace e leggero, che crea una forma. Musica, danza, design si danno così la mano.
Pirouette è un passo di danza in cui il ballerino ruota su se stesso, sostenendosi su una sola gamba. Pirouette è anche il tema che Dimensione Danza ha scelto per questa celebrazione, simbolo di stabilità e di continuo movimento. Il mio occhio fa pirouette e aplomb asimettrici tra i capi della collezione limited edition di Dimensione Danza fatta di T-shirt , felpe e maxi sciarpe in jersey di cotone, e la vetrina che fa da specchio per gli oggetti di design. La lampada da tavolo Gala e gli specchi Allabarra di Giorgio Biscaro, il porta candele Reel e il centrotavola Voir di Leonardo Talarico, il vaso e candelabro Sempre in Piedi e le bottiglie Tutù di Giorgia Zanellato, le trottole Tops e il vaso Workout di Zaven, il vaso Ninfea e la lampada Warm Up di Matteo Zarzenoni sono frammenti di questa settimana all’insegna delle linee.
di Erika Fabiano
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