Emozionante e raffinato il Carnevale di Venezia rappresenta una tappa fissa per gli amanti del glamour.
La città offre svariate feste di piazza disseminate tra campi e campielli ma è dentro gli antichi palazzi veneziani che è possibile ricordare gli antichi splendori della Serenissima restando irresistibilmente affascinati.
Suntuoso e ricercato il Ballo Tiepolo ha permesso di far rivivere ai suoi ospiti un “zioba” (giovedì) grasso da XVIII secolo: il Club Culturale Italiano ha scelto, infatti, Palazzo Pisani Moretta come location per organizzare la cena di gala in abito rigorosamente d’epoca.
Per l’occasione non poteva esser selezionato un luogo migliore con i tre saloni del piano nobile decorati con stucchi d’epoca mirabilmente conservati e le pareti e i soffitti ornati da affreschi del G.Tiepolo, del J. Guaranà e del G. Diziani a cui si aggiunge la vista notturna e suggestiva del Canal Grande.
Alle 20.30 quando è iniziata la cena, i magnifici ambienti della nobile dimora sono stati illuminati dalla calda luce di centinaia di candele disseminate sui tavoli e sui candelabri delle pareti regalando un’atmosfera fastosa e sognante.
Sono state imbandite ricche pietanze a base di pesce (carpaccio di pesce spada, filetto di spigola, crema di scampi, risotto con calamari e gamberi) accompagnate da gustosi vini della Tenuta Villanova. Non sono mancati dolci: millefoglie, “fritoe e crostoi” (frittelle e galani) e una cascata di cioccolato su cui affogar “zaeti” (biscotti veneziani) e fragole hanno concluso la cena rivelandosi una goduria per gli occhi e i palati più raffinati.
A contribuire a riecheggiare le antiche atmosfere veneziane è stato il sottofondo musicale di un’ orchestra da camera: concerti a più strumenti di Vivaldi, ouvertures per orchestra di Bach e diversi brani d’opera di Mozart, Donizetti e Verdi si sono alternati a sketch di giocolieri e acrobati.
A fine cena si sono aperte le danze: sono stati insegnati passi base del XVIII-XIX secolo da Maestri di Ballo e per i nostalgici dei tempi moderni musica degli anni novanta è stata suonata dal vivo al piano inferiore.
Un centinaio gli ospiti protagonisti della festa che indossavano preziosi costumi d’epoca di particolare sfarzo ed eleganza, dai colori raffinati e a volte sgargianti. Le signore sostenevano con naturalezza la parte di “damine” del ‘700.
Così come in passato anche oggi la maschera è l’essenza stessa del carnevale, non è forse lo spirito arguto di O. Wild a dirci che “Ogni uomo mente ma dategli una maschera e sarà sincero”?
Ringraziamo l’ufficio stampa per il gentile invito
di Chiara Dalla Costa
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