In occasione della Biennale di Venezia la fondazione Swarovski ha presentato l’opera creata appositamente da John Pawson, noto designer minimalista. La cornice in cui è stata presentata l’opera è quella della famosa chiesa di San Giorgio, che la fondazione si impegna a finanziare nel suo restauro. L’opera sarà esposta dal 1° giugno 2013 al 24 novembre 2014.
L’aperitivo di presentazione comincia al tramonto, un taxi trasporta gli ospiti all’isola da San Marco e questo fa si che ci si immerga già totalmente nella magia che solo Venezia sa creare. Il paesaggio che si vede dalla chiesa è a dir poco meraviglioso.
La Basilica di San Giorgio Maggiore, come la vediamo oggi, fu progettata da Andrea Palladio nel 1565 ed è una delle sue opere più famose. Nel 1566 fu posta la prima pietra, mentre nel 1575 erano già stati innalzati i muri perimetrali e il tamburo della cupola. Quest’ultima fu completata nel 1576 e nel 1591 fu ultimato il coro. La facciata venne realizzata, secondo i progetti originari, tra il 1597 ed il 1610 da Vincenzo Scamozzi, 30 anni dopo la morte del maestro.L’attuale campanile (alto 75 m) fu progettatato dall’architetto somasco Benedetto Buratti, e risale al 1791. Costruito infatti nel 1467crollò nel 1774. A canna quadrata, con cella in pietra d’Istria e cuspide conica, offre un panorama unico su Venezia e sulla laguna. Tuttora i monaci benedettini officiano la chiesa. (cit. Wikipedia).
Appena entrati nella Basilica si può ammirare l’opera di John Pawson, una lente concava a menisco di cristallo Swarovski di 40 cm di larghezza, collocata su una superficie riflettente di dimensioni maggiori in metallo. L’idea che mi ha dato, appena entrati, è stata quella di una fonte battesimale, quasi come se la lente di cristallo (la più grande che si possa realizzare) volesse riflettere la luce ‘spirituale’ che aleggia in un luogo di culto storico come San Giorgio. A creare l’atmosfera giusta per la visione dell’opera, inoltre, c’era un gruppo di archi situati in un’ala della chiesa che suonava passi di musica classica.
Seguendo le bellissime lanterne di Swarovski si passava al rinfresco, a base di champagne, Bellini e finger foods, e si potevano ammirare le ulteriori opere presenti all’interno, Jacopo e Leandro da Bassano, Sebastiano Ricci e Domenica, Jacopo Tintoretto tra i principali autori. Fino ad arrivare al campanile, aperto al pubblico per l’occasione, da cui si poteva ammirare una luminosa Venezia dall’alto. La ciliegina (o forse sarebbe meglio dire il cristallo) sulla torta di una serata ricca di immagini indimenticabili.
Ammirevole come la Fondazione abbia deciso di dedicarsi al sostegno della creatività e della cultura, in un momento in cui, soprattutto in Italia, c’è bisogno di dar voce all’arte, in quanto rappresentazione della realtà e allo stesso tempo possibile fonte di soluzione a tanti interrogativi che ci pone questo periodo storico.
di Eva Vazzoler
Rispondi