Tante persone farebbero follie per essere sedute in prima fila ad una sfilata. A noi piace respirare il dietro le quinte, perché ciò che accade in backstage è spesso più illuminante di quanto si consumi nei pochi istanti di passerella. La sfilata è senza dubbio il momento culminante ma è in backstage che si consuma il rito di mesi di preparazione e che si vive quel clima irripetibile di attesa.
Uno dei backstage nei quali quest’anno abbiamo avuto la fortuna di poter entrare è stato quello di Angelo Marani. La prima cosa che ci ha colpiti è stato il moodboard, ovvero il tabellone sul quale gli stilisti usano riunire le ispirazioni alla base della collezione. Su quello di Marani, abbiamo visto cose diverse ed interessanti: foto di David Bowie; immagini optical tra le quali abbiamo riconosciuto un’opera di Victor Vasarely intitolata “Zebras”; rose rosse; i simboli delle carte da gioco e soprattutto il picche; foto delle varsity jacket, ovvero le giacche indossate dagli studenti universitari americani.
Captando vari frammenti di interviste, abbiamo appreso che Angelo Marani si è posto alcuni obiettivi: trasformare ogni suo modello in un pezzo unico e mettere la donna al centro, con la volontà di esaltare le sue forme. Guardandoci attorno, abbiamo osservato che lo stilista ha inseguito e realizzato questi obiettivi attraverso strade ben precise: l’unione di antico e nuovo, ovvero di tessuti classici con nuovi filati tecnici, e l’uso di lavorazioni sofisticate che come ci è stato spiegato sono state realizzate su telai di antica tradizione.
Il mix di classico e nuovo ha conquistato il tailleur: la giacca è in panno di cashmere e la gonna in tessuto scuba, tessuto tecnico quest’ultimo che si è impossessato anche di alcuni cappotti. L’optical del quadro di Vaserely che abbiamo ammirato sul moodboard ha invaso la maglieria e fodera a sorpresa anche il cappotto a uovo con maniche kimono. Il picche delle carte da gioco emerge a contrasto sui pull d’angora. Le rose punteggiano di rosso cappotti, abiti, gonne, alcuni bomber e spiccano in ricami preziosi fatti di ciniglia e paillettes. Le varsity jacket sono diventate nere con maniche trapuntate e hanno ricami preziosi con la scritta Marani sulla schiena. Il tocco sensuale è garantito dalle forme, dalla perfezione delle silhouette di abiti e gonne e da alcune aperture sapienti ed eleganti sulla schiena. Altri elementi ricorrenti attorno a noi sono la stampa animalier e le pellicce in murmasky colorato.
Per quanto riguarda gli accessori, ci sono borse in cavallino stampato e bijoux con pietre e cristalli Swarovski e poi il dettaglio che più di tutti ci ha colpiti: i piedi delle modelle sono calzati in tronchetti lineari con il tacco avvolto da una spirale di pelle, grintosissimi, rigorosamente bicolore, proposti nelle versioni bianco e nero oppure bianco e rosso.
Angelo Marani ci è apparso sereno mentre rilasciava volentieri interviste, probabilmente conscio di aver portato a compimento un percorso durato mesi. L’atmosfera del backstage era frizzante ma non nevrotica. Ed infine è stato il momento delle vestieriste e degli ultimi ritocchi prima della passerella. Il resto è cronaca ed ormai storia: la tensostruttura nel cortile del Castello gremita, le ragazze che hanno sfilato sicure, gli applausi finali.
di E. Pirrè
Rispondi