Trieste Maremorje e Vitovska insieme allo Chef Roberto Okabe, ci invitano presso il Finger’s Garden di Milano, mercoledì 6 maggio, per un pranzo, una degustazione, una preview, un viaggio sensoriale. O più romanticamente, per farci entrare nelle viscere di una parte della nostra terra che forse conosciamo poco.
Cosa c’è di più bello del camminare a piedi scalzi sull’erba d’estate? Oppure del sentire, vedere, l’umiltà, la verità dei contadini che lavorano la loro terra, sporcandosi le mani e il viso, ma con quel sorriso soddisfatto? Ma ancora di più, non ditemi che non vi intenerisce il viso di un agricoltore con le gote rossicce per aver bevuto un goccino di vino in più a pranzo.
Ora mescolate l’immagine che avete davanti agli occhi con la Vitovska, il vitigno a bacca bianca autoctono più celebre del Carso, lo Chef Roberto Okabe e le sue prelibatezze in stile Giappo-Carsiane, una location vestita da giardino Zen, 40 ospiti tra addetti stampa, produttori di vino, fotografi, il Presidente del FIPE di Trieste, il Consigliere dell’Associazione Viticoltori del Carso, e la città di Milano. Mettete tutto insieme e sicuramente ne verrà fuori un estratto di “lusso accessibile”.
Sentori, sapori, annate, terre, coltivazioni, passione, questi gli ingredienti che bene condiscono Trieste Maremorje Vitovska. Il tutto servito da un cavaliere bianco popolarmente elegante che si ferma davanti ai suoi ospiti e racconta la sua storia.
Una storia fatta di lavoro della terra, di unicità di coltivazione e produzione, e di singolarità. Sì, perché tra i 5 vini degustati (Vitovska Bajta – Vitovska Grgic – Vitovska Skerk – Vitovska Skerlj – Vitovska Zidarich), ognuno con le sue tecniche di allevamento della vite, di vinificazione, di invecchiamento, non ce n’è uno uguale all’altro. Non esiste omologazione, ogni produttore è libero di produrre come vuole.
La degustazione di questi 5 prodotti d’eccellenza, accompagnata da salumi e formaggi della zona, ha aperto la strada ad un conviviale pranzo curato sapientemente dallo Chef Roberto Okabe composto di ottime pietanze a base di stuzzicherie giapponesi e “sardoni” (acciughe dell’Adriatico, tipico piatto del Carso).
Quale vino ho apprezzato di più? Vitovska Skerlj. Perché è esattamente come “mamma l’ha fatto”. Un vino del 2011 macerato per due settimane senza controllo di temperatura e lasciato 24 mesi in botti di legno. Ecco che la natura ha fatto il suo corso. Una parola: agrumato dolce. Un elemento: il vento. Il mio racconto: il vento fa l’amore con le striature del legno e poi si adagia addormentandosi sulla terra.
Bell’evento. Organizzato molto bene, nulla fuori posto. Michela della Rossi & Bianchi, interessante cicerone, ci ha guidati in questa conviviale location e in questo mondo di confine semplicemente squisito. E pensare che è solo la preview di un evento che si terrà il 6 e 7 giugno a Trieste.
“Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera” – siamo nel 1930 e Salvatore Quasimodo scrive un’opera d’arte, la sua poesia “Ed è subito sera”. Dicono che l’abbia scritta in un momento di pura folgorazione. “Amore per il bello e Trieste Maremorje Vitovska” – siamo nel 2014 e Erika Fabiano scrive la sua favola. Dicono che anche lei abbia avuto lo stesso momento di folgorazione.
di Erika Fabiano
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