Nel duecentesimo anniversario dalla prima edizione di “Viaggio in Italia” di J.W. Goethe, A.I. Grand Tour propone l’immortalità della forza del viaggio e del passaggio a Roma. Quella che veniva definita come esperienza irripetibile per costruire il mito di se stessi, a partire dal XVII secolo, culminava in Italia tra le rovine dell’antica Roma, le ville palladiane o gli scavi di Pompei.
Il Grand Tour è l’esplorazione di un luogo e di noi stessi, è la ricerca romantica di esperienze dettate da altri ricordi, altre architetture, altri monumenti più che dall’incontro con altri uomini: una mitologia personale che si costruisce solo con il coraggio di guardare oltre, aiutati dalla bellezza. Basandosi su questa tesi, A.I. Grand Tour presenta una serie di designer e artisti viaggiatori. I designer selezionati esprimono tutti delle caratteristiche di ricerca frutto della loro identità di ricercatori, di esploratori di altri mondi forti dello studio della tradizione. La visione onirica del concetto di elemento che compone il tutto, della tessera tagliata come archetipo del pixel è realizzata da Livia Cannella che da anni lavora con le proiezioni come forma di racconto, proiettando le immagini sul tessuto urbano come nei Musei in quelle che lei definisce Scene di Luce. Il Viaggio raccontato dall’artista è l’installazione di Ophelia Finke.
Boglarka Bagos, giovane designer ungherese, con i suoi capi di maglieria che trasformano i segni della memoria artistica in tecniche raffinate di trame che riportano agli intarsi dei pavimenti cosmateschi e alle tecniche orafe di incastonatura di pietre: l’abito diventa manufatto artistico grazie alla sperimentazione del confezionamento.
Celeste Pisenti e Stefano Russo presentano insieme la “Chimica Romantica”, un progetto composto da abiti, accessori e immagini che racconta la condivisione dell’amore per la sperimentazione attraverso un percorso culturale tra scienza e filosofia per arrivare alla bellezza. Un viaggio segnato dall’incontro con gli abiti neoclassici realizzati con materiali preziosi, dalle forme lussuosamente semplici di Celeste Pisenti e dagli strumenti gioiello di Stefano Russo.
Lo storico Lanificio Cesare Gatti rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy nella produzione del cachemire. La terza generazione dell’azienda di famiglia, Cesare Luigi Gatti, ha ripreso i segreti della tradizione artigianale per unirli alla sperimentazione nelle tinture e nei trattamenti. Colori intensi, dissolvenze e sfumature, esaltano la morbidezza e la perfezione di stole, sciarpe e preziosissimi accessori.
Gergei Erdei affascinato dai segni del tempo e dalle incrostazioni che ricoprono le reliquie della città eterna li riporta sulla sua collezione con le texture realizzate con tinture a mano fatte con pigmenti naturali, cercando di riprodurre la patina dell’antico lasciata sul guardaroba di un viaggiatore dandy del XIX secolo.
Con Haetts, cappellai olandesi, capaci di lavorare a crochet e utilizzare fibre naturali rispettando quello che la natura ci offre senza manipolarlo chimicamente, rinasce una versione contemporanea di quei cappelli portati da eleganti viaggiatori eccentrici.
Manfredi Conti Manara presenta accessori che esaltano la femminilità raccontando la storia creativa del viaggiatore: un gusto raffinato cresciuto nei luoghi visitati ed elaborato con un maturo rispetto per l’alto artigianato sia della realizzazione che dell’uso di elementi inusuali come le passamanerie.
Maria Sole Ferragamo pesenta “Eppur si muove” il progetto che nasce dalla cultura di una laurea in architettura completata da un Master alla Central Saint Martins di Londra, passaggi che fanno di Maria Sole Ferragamo una perfetta creativa contemporanea. I suoi accessori sono evoluzioni di elementi rinascimentali, di gorgere o crinoline, di architetture che adornano il corpo esaltandone la struttura.
Period Features, brand creato dallo stilista giapponese Masakatsu Tsumura, espone tessuti con texture realizzate da trame impalpabili, ma visibili più al tatto che alla vista.
La cappa reinventata da Maria Federica Bachiddu in tutto lo stile Theodora Bak è l’indumento caratteristico del viaggiatore. Tutti pezzi unici che, grazie a tessuti di ricerca come sete preziose o lane e cachemire morbidissimi ma coprenti.
Roman Micromosaic. La storia e la tradizione rappresentata da una delle tecniche più rappresentative del Grand Tour, il micromosaico, la creazione di vedute come gioielli o accessori capaci di rappresentare l’immagine di un luogo. Faraoni 137 è uno dei laboratori dove ancora si produce il micromosaico o mosaico minuto, che nasce alla fine del XVIII secolo per realizzare con tessere infinitamente piccole ornamenti quotidiani.
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